La Sindone di Torino. Venerata da milioni di persone come l’autentico telo funerario di Gesù Cristo, è una delle più sacre e controverse reliquie della cristianità. L’immagine di Cristo, dicono gli esperti, si è impressa come una bruciatura nelle fibre della tela. I credenti la venerano come il dono di Gesù all’umanità – la fotografia della sua redenzione e della sua immortalità – e attribuiscono la formazione della sua immagine al fiotto di calore sprigionato dalla resurrezione.
Proprio dietro il Duomo di Torino, che custodisce la Santa Sindone, nella Biblioteca del Palazzo Reale è conservata un’altra immagine famosa in tutto il mondo: l’autoritratto di Leonardo da Vinci. Qual è il legame tra queste due immagini? Secondo alcuni sarebbe Leonardo il genio dietro ad una delle più grandi mistificazioni della storia. Si dice che, usando le sue conoscenze del corpo umano, e alcuni dei suoi innumerevoli esperimenti su tecniche e materiali, Leonardo abbia ideato la Sindone di Torino, dando le proprie sembianze al volto del Cristo e creando uno dei più riveriti e bizzarri capolavori dell’Italia del Rinascimento. Ed esistono convincenti prove a sostegno di questa ipotesi.
Il film intreccia i fili di questo mistero, conquistando lo spettatore con ipotesi successive, fino a quando il mistero della Santa Sindone sarà sostituito dalla magia e dall’eclettismo di Leonardo da Vinci –genio enigmatico, maestro dell’arte e visionario, affascinante e misterioso già di per sé.
Iniziando con la processione dei pellegrini che visitano la Sindone, si passa poi agli scienziati ed esperti dell’immagine che ci dimostrano come l’immagine della Sindone sia unica, irriproducibile ed autentica. Barrie Schwortz, esperto di immagini e responsabile dell’équipe fotografica facente parte del gruppo dello STURP è tra qusti, insieme ad Aldo Guerreschi fotografo ‘ufficiale’ della Sindone e Nicholas Allen, professore universitario Sud-africano. Il documentario prende poi una piega significativa quando scopriamo che l’autenticità della reliquia è stata negata dal verdetto della datazione con Carbonio 14: la Sindone è un falso medievale.
Antonio Lombati ci accompagna sulle tracce delle numerose reliquie religiose sparse per l’Europa, fornendo il contesto storico della loro falsificazione. Si tratta a volte di reliquie intime e bizzarre come la ‘biancheria della Vergine’ o il ‘prepuzio di Cristo’, conservate in circa otto chiese – ciascuna dichiarata autentica – o come la dozzina di sindoni o sudari in circolazione in Europa al tempo di Leonardo.
Con la Sindone si indagano anche gli aspetti più affascinanti e meno conosciuti, come la religiosità e la fede tenace, del Maestro più enigmatico del Rinascimento. Accompagnati da Serge Bramely e Michael White scopriamo i suoi più famosi dipinti carichi di simboli misteriosi, e i criptici messaggi lasciati nei suoi taccuini; consideriamo le sue severe parole rivolte alla Chiesa Cattolica e ai suoi inganni e l’atteggiamento verso coloro che idolatrano le immagini sacre; con Frederick Zugibee, un noto medico legale statunitense indaghiamo la possibilità di Leonardo di accedere a cadaveri e sangue umano, i suoi esperimenti con i chiodi attraverso i polsi e il palmo della mano.
Il motivo per cui il Genio avrebbe realizzato il falso più sacrilego della storia della cristianità? Lo sdegno per l’ipocrisia della Chiesa cattolica, per il commercio delle reliquie e per la vendita delle indulgenze, le sue forti credenze religiose, le incombenti necessità finanziarie, e un tentativo di rendersi immortale.
“Cercate la gloria di Gesù e non i suoi panni funerari” hanno lasciato scritto i seguaci di Cristo millecinquecento anni prima di Leonardo. Devono avere avuto una premonizione di quello che sarebbe avvenuto, o forse sono stati visionari loro stessi. L’estrema ironia potrebbe essere proprio che non sia il volto di Cristo quello su cui i fedeli versano lacrime di commozione, ma sia piuttosto il capolavoro dell’arte del più grande maestro del Rinascimento italiano, Leonardo da Vinci, che ha ritratto se stesso come Dio.
Italia / 2001 / 47-52 min.
Regia: Susan Gray
Produzione: Stefilm per Hit Entertainment
Coproduzione: National Geographic Channels International
Distribuzione: Stefilm (Italia)