I Giochi Olimpici di Torino 2006 sono stati un grande successo. Nelle Alpi piemontesi ed in città c’erano più di 65 i cantieri attivi fino a poche settimane prima dell’inaugurazione. La pressione per concludere i lavori in tempo è stata fortissima. Bacini artificiali, cabinovie, 5 trampolini per il salto, una pista combinata di Bob e tre palazzetti del ghiaccio hanno impegnato migliaia di addetti al costo di oltre 1700 milioni di euro. E’ una delle aree più estese che mai siano state coinvolte da un’Olimpiade invernale. E Torino, la città al cuore dell’evento olimpico, non è affatto una città di montagna, ma una vecchia città industriale alla ricerca di una nuova identità.
LA SERIE
I tre documentari seguono i momenti più difficili della costruzione fianco a fianco con i protagonisti che hanno reso possibile l’impresa. Tra tutti, il coordinatore unico delle infrastrutture montane Vittorio Salusso e la sua squadra. Il film lo segue mentre corre da un cantiere all’altro, nelle riunioni più ‘difficili’ con i responsabili dei lavori, quando viene chiamato a Torino dall’Agenzia responsabile della costruzione dei siti. Emergono subito le difficoltà di gestire un sistema così vasto e complesso, con ogni costruzione che necessità di una precisione assoluta. Ogni impianto deve esaltare la disciplina sportiva dove gli atleti scenderanno a più di 125 km all’ora, o salteranno per oltre 100 metri.
Sappiamo che ce l’hanno fatta, ma hanno dovuto affrontare mille imprevisti: dalla impossibilità di costruire la pista di Bob nell’area prescelta a causa della quantità di asbesto nel terreno, alla scoperta di ordigni inesplosi risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, che ha costretto 50000 persone a evacuare le proprie case per consentire le operazioni di bonifica.
Ogni puntata focalizza prioritariamente su un sito diverso: l’impianto di bob, slittino e skeleton nella prima, i palazzetti del ghiaccio e l’arco simbolo delle olimpiadi di Torino nella seconda ed i 5 trampolini del salto a Pragelato nella terza. Ogni sito ha i suoi protagonisti. Al bob Udo Gurgel il progettista di Lipsia ed Ivo Ferriani il competition manager hanno dovuto affrontare mille difficoltà per veder realizzare una pista tecnicamente all’avanguardia in un luogo poco adatto. Gli architetti Marè, Seita e Zocco hanno dovuto realizzare 5 impianti colossali, senza distruggere il delicato ambiente montano. L’architetto inglese Hugh Dutton ha progettato un grandioso arco che è stato piazzato in loco bloccando le linee dell’alta velocità ferroviarie, con l’impiego di straordinarie gru. I competition manager Sandro Pertile e Hugo Herrnof che hanno tenacemente ed ostinatamente supervisionato i lavori creando le prerogative per la sicurezza e l’esaltazione dei gesti atletici.
Mentre i tecnici lavoravano freneticamente, gli atleti si preparavano per la loro grande, e spesso unica occasione. Kristan Bromely, sopranominato Doctor Ice, non ha potuto conoscere i dettagli della pista, così importanti per la sua preparazione, fino all’ultimo momento. In Inghilterra non ci sono piste da skeleton e lui deve prepararsi con l’aiuto di sofisticati software e goffi mezzi di simulazione. Fabio Carta, l’eroe locale di pattinaggio short track ha dovuto effettuare la sua preparazione lontano dalla pista di casa per l’inagibilità dei palazetti. E Thomas Morgenstern, l’eroe Austriaco del salto. Per lui Torino è stato il trampolino che l’ha lanciato nella storia dello sport con ben 2 medaglie d’oro. Il nostro film lo segue nei momenti davvero difficili della sua preparazione.
Ognuno dei nostri protagonisti ha messo in gioco tutto quello che aveva per poter realizzare il sogno dell’olimpiade. Questi documentari ne sono il resoconto: L’avventura della costruzione e l’avventura sportiva si sono dati un’appuntamento preciso, e ce l’hanno fatta!
Italia/UK / 2006 / 3 x 46 min.
Regia: Claudia Tosi
Produzione: Stefilm per Discovery Channel Europe